Le Rivoluzioni conducono a cambiamenti che, per definizione, sconvolgono lo status quo nell’ambito in cui esse intervengono, portando al superamento di quello che c’era prima, e alla creazione di nuovi orizzonti. La perdita di qualcosa, dunque, e la creazione di spazio per quello che sarà. Ciò comporta dei rischi, e delle conseguenti valutazioni da parte degli stakeholders coinvolti.

Questo è un pò lo scenario che si sta delineando attorno all’Industry 4.0, ovvero al processo che conduce alla produzione industriale automatizzata, mettendo in connessione tra di loro oggetti (internet of things), e uomini con oggetti (internet of everything), per ottimizzare l’efficienza produttiva. Un processo probabilmente irreversibile, e di cui stanno tenendo conto sia gli organi esecutivi a livello europeo (pensiamo alle call del programma Horizon 2020 sulla Smart Manufacturing), sia anche il Governo Italiano, che ha previsto il super-ammortamento al 250% per i beni digitali legati a industry 4.0 in Legge di Stabilità 2017.

Dunque, Industry 4.0 sarà per il mondo delle fabbriche the next big thing? A quanto pare sì. Anche un colosso come McKinsey ha analizzato questo tema, individuando quattro direttrici principali a comporre questo complicato puzzle: big data, ovvero l’aspetto della grande mole di dati centralizzate e raccolte; analytics, ovvero la fase di processing dei dati; l’interfacciamento uomo – macchina (pensiamo al touch screen e la realtà aumentata); ed infine il passaggio dal digitale al fisico (robotica, stampa 3D, manifattura additiva, ecc…).

C’è in questo panorama estremamente affascinante un aspetto sicuramente controverso: il lavoro. Che ne sarà di tanti posti di lavoro nelle fabbriche quando, volendo seguire un’ipotesi nemmeno troppo remota, verranno operate delle attività manutentive predittive sulle macchine attraverso l’elaborazione di dati di monitoraggio effettuati da intelligenze artificiale? Secondo la ricerca “The future of the Jobs” presentata al World Economic Forum, ci sarà un saldo negativo di 5 milioni di posti di lavoro persi nei prossimi anni, quando l’industry 4.0 entrerà a pieno regime. Una tendenza preoccupante per i lavoratori, che però non dovrebbe riguardare l’Italia, per la quale il saldo sarebbe pari a 0 (200.000 posti guadagnati, e altrettanti persi).

 

Staremo a vedere http://www.mckinsey.com/business-functions/operations/our-insights/manufacturings-next-act